Quali sono i costi deducibili per il regime dei nuovi minimi 5%? Questo è un aspetto estremamente importante per i contribuenti, in quanto la normativa concede loro di dedurre particolari costi ed oneri inerenti alla propria attività. Entriamo allora nello specifico e vediamo, relativamente al regime dei nuovi minimi, quali sono i costi deducibili.

Conosci le Aliquote?

Prima di descrivere i costi deducibili per il regime dei nuovi minimi 5%, è bene definire le due tipologie di aliquote previste per la suddetta normativa fiscale:

  1. Aliquota pari al 100% su tutti i servizi e beni effettivamente attinenti all’attività;
  2. Aliquota pari al 50% su tutti gli altri servizi e beni che possono essere ritenuti promiscui.

Arrivati a questo punto probabilmente non avrete le idee ancora molto chiare, perciò, entriamo nel dettaglio dei possibili costi deducibili con qualche pratico esempio!

Tipologie di costi deducibili:

Vi sono numerose tipologie di costi deducibili per il Regime dei Nuovi Minimi 5%. Qui di seguito, vediamo 19 esempi pratici abbastanza comuni per ogni classe professionale. Tuttavia, cari contribuenti, in caso di dubbio vi invitiamo a contattarci 😉

– le spese sostenute per l’acquisto dei beni strumentali: tali spese rappresentano i costi necessari per lo svolgimento della propria attività professionale. Tra gli esempi più classici troviamo sicuramente i costi sostenuti per l’acquisto di computer, stampanti, fax, smartphone o tablet. Tuttavia, rientrano nella medesima categoria anche l’acquisto di zappe e decespugliatori nel caso in cui il professionista sia un giardiniere, oppure chiodi e martello per gli artigiani. Insomma, i beni strumentali o cespiti sono tutti quei beni materiali che vengono utilizzati in azienda per svolgere la propria attività e che danno la loro utilità in più anni.

– le quote di ammortamento dei beni strumentali: l’ammortamento è il procedimento con il quale si distribuiscono su più esercizi (annualità) i costi dei beni che hanno una utilità pluriennale in azienda. Un computer, ad esempio, viene solitamente utilizzato all’interno di un’azienda per 3, 4 o 5 anni. Dopo tale periodo tale strumento diventa obsoleto e l’azienda stabilisce che è giunto il tempo di cambiarlo. Ebbene, al fine di dedurre le quote di ammortamento del computer, l’azienda provvederà a distribuire all’interno dei vari esercizi i costi relativi all’acquisto del computer.

 i canoni di locazione finanziaria: la locazione finanziaria è un contratto di finanziamento che consente di disporre di un bene strumentale a fronte di un pagamento di un canone periodico. A termine del contratto, l’azienda può decidere di riscattare il bene dietro il pagamento di una cifra pattuita, inferiore al valore di mercato del bene. In questo caso, i canoni di locazione diventano un costo deducibile per l’azienda.

 le spese per prestazioni di lavoro dipendente e le spese per le prestazioni di collaborazione: con questi termini andiamo a descrivere l’insieme del e spese relative ai dipendenti e ai collaboratori che lavorano in azienda. Molto semplicemente essi rappresentano gli stipendi pagati ai dipendenti, i contributi versati, etc..

– le spese per i compensi corrisposti a terzi professionisti per le prestazioni direttamente afferenti l’attività esercitata: tali spese sono rappresentate, tipicamente, dalle parcelle del commercialista, le spese legali sostenute per cause intentate, oppure le spese sostenute per servizi corrisposti ad altri professionisti.

 i consumi di energia elettrica: questo punto dovrebbe essere abbastanza intuitivo, ma andiamo comunque a metterlo nero su bianco (noi di #GiovaniconlaPiva siamo tipi precisi!). La normativa consente la deducibilità di tutti i costi derivanti dall’acquisizione dei servizi di energia elettrica nell’esercizio dell’attività ordinaria dell’impresa.

 i consumi di carburante, lubrificante e simili per le autovetture: nel caso in cui le aziende, al fine di svolgere la propria normale attività, utilizzino un’autovettura, è è possibile scaricare le spese relative al carburante. A tal fine, l’acquisto del carburante dovrà essere documentato tramite la scheda carburante, ossia un modulo fiscale dedicato, che previa compilazione consente la detrazione dei costi affrontati.

 i consumi per i servizi telefonici fissi e mobili: anche questo punto dovrebbe essere decisamente intuitivo. Tuttavia, per chiarezza e completezza dell’informazione, sottolineiamo che tra i costi deducibili per il regime dei nuovi minimi 5% è compreso anche l’abbonamento per la connessione internet ADSL

– le spese per le prestazioni alberghiere: oltre alle spese sostenute nel caso in cui si debba soggiornare, per lavoro, presso una struttura alberghiera, possiamo aggiungere anche la somministrazione di alimenti e bevande in pubblici esercizi.

 le spese per la partecipazione a convegni, congressi, corsi di aggiornamento professionale, videoconferenze, webinar e simili: noi di GiovaniconlaPiva crediamo fortemente nel continuo aggiornamento dei nostri professionisti e collaboratori, pertanto non potevamo non parlare di questo aspetto!

Tornando agli interessi del contribuente, è necessario sottolineare che i costi debbano essere strettamente strumentali all’attività stessa. Insomma, se sei un imbianchino, il maestro di tennis non possiamo proprio passartelo!

– le spese di viaggio e di soggiorno per la partecipazione alle iniziative: tecnicamente stiamo proprio parlando delle spese di rappresentanza, vale a dire di tutte quelle spese sostenute per recarsi dai clienti o a corsi, convegni e simili. Facile, no?

– le spese relative alle polizze e alle assicurazioni relative all’attività esercitata: tali costi rappresentano la stipulazione di polizze che offrono copertura assicurativa per danni da incendio alle attrezzature, agli immobili utilizzati per l’attività, furti e rapine e anche per rc professionali.

– le spese relative all’acquisto di libri e abbonamenti a giornali e riviste: nel secolo della tecnologia moderna valgono anche gli abbonamenti alle riviste scaricabili online, non solo alla versione cartacea. Anche qui però vale la discriminante di attinenza alla professione svolta. Insomma, te che sei architetto, la fattura dell’abbonamento alla Gazzetta dello Sport non la puoi proprio consegnare al tuo consulente fiscale!

– le spese di rappresentanza: stiamo parlando di quelle spese effettuate senza che vi sia una diretta aspettativa di ritorno commerciale, per esempio le spese relative ai beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente in occasione di convegni, seminari o corsi oppure i costi sostenuti per viaggi turistici in occasione dei quali vengono promossi prodotti o servizi dell’azienda che li sostiene.

 le spese di pubblicità e di propaganda, ovvero quanto sostenuto per ottenere incrementi delle vendite. In particolare le spese di pubblicità sono quelle spese preordinate alla diffusione del nome e dell’immagine dei prodotto o dei servizi presso il pubblico di riferimento.

Le spese di propaganda, invece, sono le spese sostenute per divulgare determinate caratteristiche e qualità del prodotto o del servizio.

 le spese per i servizi bancari: stiamo parlando di tutti i costi che si sostengono per i servizi bancari, i costi relativi alla gestione dei conti correnti ordinari utilizzati per l’attività, le spese e le commissioni bancarie, le spese di istruttoria per finanziamenti, ecc.

– le spese postali: ovvero i costi affrontati per l’acquisto di francobolli, raccomandate, telegrammi, ecc., necessari per adempiere alla propria attività lavorativa.

 le spese di cancelleria: anche qui la questione sembra abbastanza banale ma è sempre bene sottolineare ogni possibilità di deducibilità fiscale. Ebbene, un’azienda ha la facoltà e diritto di dedurre i costi sostenuti per l’acquisto di penne, matite, bussolotti, cd-rom, dvd, carta per stampante, ecc.

– Infine, aggiungiamo altre spese documentate purché inerenti l’attività professionale.

Hai ancora qualche dubbio? Scrivici, e vedremo di soddisfare ogni tua domanda (in tempi ragionevoli…).

 

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